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Il ruolo dell’Idrologo nell’Italia degli anni 2000
02/05/2016

Autore: Ezio Todini - Presidente Società Idrologica Italiana

 Nell’Italia del terzo millennio, puntualmente in occasione di ogni alluvione, si chiedono pareri agli “esperti” del settore che, nell’immaginario collettivo di stampa, televisione e uomo della strada sono in primis il geologo, poi il meteorologo per arrivare infine a qualche opinionista. Non ricordo, in tanti anni, di aver mai visto coinvolto o intervistato un idrologo dopo un evento alluvionale.

L’idrologo? “Chi è costui?”, vi chiederete.

In realtà l’idrologo sarebbe “il” tecnico competente e qualificato cui porre quesiti sui meccanismi di formazione delle onde di piena, sulla loro propagazione, sull’esondabilità, sulle cause delle alluvioni e sui possibili interventi atti ad eliminarne i rischi futuri. Tuttavia è come se nessuno conoscesse l’esistenza dell’idrologo. “Come mai?”, vi chiederete ancora. Cercherò di darne una spiegazione legandola sostanzialmente a due fattori.

Il primo, è una sorta di peccato originale dell’idrologo ben evidenziato dai gruppi concorsuali universitari che vedono l’Idrologia quale materia del gruppo ICAR-02 (Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia). Di fatto l’Idrologia, fino agli anni ’70, non è mai stata considerata in Italia una scienza a sé stante e, a parte qualche raro esempio di idrologo del passato quale il Prof. Dino Tonini, ben noto in Italia e all’Estero fin dagli anni ’50, l’Idrologia è stata esclusivo appannaggio di ingegneri e professori di Idraulica e di Costruzioni Idrauliche, essenzialmente interessati alla definizione delle “portate di progetto”, ovvero quei valori di portata, spesso di prefissata probabilità di accadimento, o come si dice usualmente di prefissato “periodo di ritorno”, da utilizzare nella progettazione delle opere e manufatti idraulici, quali ad esempio dighe, traverse, scarichi di piena, arginature, ecc..

Il secondo fattore è legato alla legislazione corrente che, con un termine quantomeno ambiguo definisce come rischio “idro-geologico” quello attinente alla formazione di frane e alluvioni. Purtroppo, l’ambiguità di questo termine è duplice. Per prima cosa il termine stesso genera confusione in quanto l’Idro-Geologia sarebbe in realtà la branca di scienza che studia i moti dell’acqua nel sotto-suolo ed in particolare nelle falde acquifere, senza quindi avere alcuna attinenza né alle frane né alle alluvioni.

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