Autore: Giuseppe Corrado Frega, Emerito di Costruzioni idrauliche dell’Università della Calabria

L’acqua è in sé un elemento fisico dell’ecosistema, di certo meno diffuso dell’elemento aria, ma altrettanto insostituibile e determinante; pertanto l’acqua dovrebbe il più possibile essere mantenuta nelle sue naturali manifestazioni, in coerenza con un ampio rispetto dell’ambiente.

E’ giusto evitare che una drastica rottura delle interconnessioni fra i molteplici requisiti dell’acqua, compresi quelli chimici e biologici, scateni una dura risposta della natura, che i piani di risanamento ambientale si sforzano poi di curare, in base a dibattiti filosofico-culturali, con lungaggini tecnico-burocratici e con costi smisurati.

Ma l’acqua è pure una risorsa indispensabile alla vita dell’uomo, ed è anche essenziale, in quantità sempre maggiore e in qualità a volte pregiata, alle molteplici esigenze dello sviluppo della civiltà; e perciò l’acqua va captata, trasportata, distribuita, scaricata, con le note difficoltà tecniche ed economiche legate agli squilibri di essa nello spazio, nel tempo, nelle caratteristiche.

Già nel ruolo dei vari servizi innanzi accennati appare evidente, nei suoi aspetti sia concettuali sia operativi, il deterioramento della risorsa di acqua dolce che in natura è rinnovabile in quantità limitata e che in pratica è scarsamente riproducibile artificialmente.

Allora, se le caratteristiche e le esigenze delle varie utenze, domestiche, irrigue, industriali rimangono distinte e specifiche viene a ridursi una rispondenza selettiva tra un tipo di utenza ed una forma in cui la risorsa si presenta allo stato naturale.

Ne consegue che la risorsa idrica si qualifica chiaramente come un unico e delimitato bene, nell’ambito di uno spazio territoriale più o meno grande, quantitativamente non sempre sufficiente al quale tuttavia debbono ricorrere, senza rigide discriminazioni, le varie utenze locali compatibilmente con i vincoli intrinseci allo stato dei luoghi, al deterioramento delle risorse ambientali ed economiche, alle tradizioni ed ai diritti acquisiti.

Parallelamente, l’esteso e sempre più massiccio inquinamento provocato dalle varie azioni antropiche si propaga più o meno direttamente e rapidamente, nell’insieme della risorsa idrica locale; sicché si può dire che essa è un unico e delimitato bene anche nella tendenza nefasta per la quale le sue proprietà sono portate a deteriorarsi qualitativamente.

La risorsa idrica finisce così per acquisire i connotati di un sistema unitario e vincolato; in esso qualità e quantità interferiscono fra loro prima e all’atto della gestione delle varie utenze.

Allora estendere un tipo di utenza significa limitare un altro tipo, in quantità e/o qualità; ridurre gli sprechi o contenere gli inquinamenti può consentire di ampliare i vari tipi di utenza e così via; e la quantificazione di tutto ciò può essere individuata con specifiche indagini di sensibilità più che con studi di una apparente validità generale.

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