Autore: Arch. Giancarlo Sapio, Presidente URIA

Nel 1996 quando la più antica associazione professionale di Roma per prima parlò della necessità di conoscere e mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare e per la sua conoscenza e manutenzione programmata elaborò il tanto menzionato “Libretto Casa”, la proposta fu da molti ignorata, da altri tralasciata ed infine da taluni denigrata come operazione di professionisti senza futuro in cerca di lavoro.

Ma poi vennero i morti a risvegliare gli animi ed a Roma dopo il crollo del palazzo di via Vigna Jacobini  la Giunta comunale pensò di adottare uno strumento che, partendo dal Libretto Casa, dopo numerosi e lunghi incontri fra varie categorie, ingegneri, architetti, geologi ecc.venne identificato nell’altrettanto menzionato Fascicolo del Fabbricato… , dal costo assai contenuto per la proprietà, quasi un prezzo politico; ma anche di fronte all’espressione comune del mondo politico e professionale varie leggi, leggine, lacci, lacciuoli e  financo la Corte Costituzionale ne hanno decretato la incostituzionalità e la inapplicabilità.

I Tecnici dell’Associazione, però, hanno continuato a studiare ed analizzare i problemi inerenti la sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare, uno dei luoghi principe della vita dell’uomo, e di fronte alle dichiarazioni degli allora esponenti del Governo sull’impossibilità dello Stato di affrontare i costi della ricostruzione, hanno studiato e con altri organismi hanno proposto l’obbligatorietà di una polizza assicurativa del bene casa  a tutela anche di eventi calamitosi gravi come il sisma ed il dissesto idrogeologico.

Anche questa proposta non ha trovato riscontro e giace immobile in qualche Commissione del Senato … ma i Tecnici hanno continuato ad affrontare il problema delle fragilità del nostro territorio e del tessuto urbano e di fronte al passare del tempo 1996-2016 è apparsa evidente la necessità di mettere in campo la più Grande Opera Pubblica del dopoguerra;  infatti lo Stato deve affrontare  il ripristino della sicurezza.

Si tratta di un piano a breve termine per le problematiche più impellenti, a medio per le zone più a rischio, quasi tutte sulla dorsale appenninica, ed a lungo termine per tutto il Paese.

Un piano che con piacere vediamo, da notizie di stampa, in molte parti condiviso a livello politico; infatti oggi  è completamente inutile parlare di operazioni senza avere un piano progettato in toto per il futuro che dovremmo  dare al nostro Paese.

Il riparlar oggi di  libretto casa, fascicolo del fabbricato, dell’assicurazione obbligatoria è ritornare indietro di anni, vuol dire riproporre progetti ormai desueti su cui sembrano abbarbicarsi, e sì questa volta potrebbe sembrare vero, gli interessi di molti.

I Tecnici sono pronti, anche questa volta, ad affrontare con realtà i problemi della fragilità del nostro territorio e del settore immobiliare, spesso acuito da una mancata cura e conoscenza dello stesso, a condividere e partecipare gli  studi e le proposte, a sottolineare l’urgenza di una circonstanziata programmazione ma non sono più disposti ad accettare le “lacrime di coccodrillo” di chi avrebbe potuto fare e non ha fatto, di chi aveva il potere di fare e non ha fatto, di chi ha dimenticato i rischi del nostro Paese e non ha perlomeno iniziato a programmare un futuro migliore per i nostri figlie nipoti.

Ogni giorno perso in parole è un silenzio colposo nei confronti delle future calamità che ci auguriamo non avvengano più, ma tutti sanno che è solo questione di tempo, e si ripresenteranno dolorose con il loro fardello di morti.

Coloro che si sono più volte rivolti alle Istituzioni chiedendo,  attenzione e sicurezza, come i “nemo propheta in patria” non si riconoscono colpe. Sono 20 anni in cui hanno chiesto di confrontarsi sulla opportunità di mettere in sicurezza il territorio, il comparto immobiliare, non edificato  secondo quanto previsto la normativa antisismica, di affrontare il dissesto idrogeologico e l’efficientamento energetico. Una partita unica in cui a step by step si affronta la più Grande Opera Pubblica che oltre alla sicurezza del cittadino rappresenterà quel volano economico della ripresa strutturale del Paese da tutti richiesta a gran voce.

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