Autore: Francesco Puma - Segretario generale dell'Autorità di bacino del fiume Po

Dalla seconda metà degli anni settanta ad oggi, l’UE ha messo in atto una politica in materia di acque che partendo dagli aspetti riguardanti la salute dei cittadini è progressivamente divenuta più ampia fino a comprendere tutti gli impatti dei principali settori di uso delle acqua.

Nel 2000, a seguito dell’approvazione della direttiva quadro sulle acque (200/60/CE) e l’introduzione di un approccio integrato alla gestione delle risorse idriche fondato sui metodi della “gestione sostenibile dei bacini idrografici”, tale politica ha fatto un importante salto di qualità.

La direttiva ha, infatti, istituito un quadro comune per la protezione delle acque superficiali interne, di quelle sotterranee, di quelle di transizione e di quelle costiere con l’obiettivo di:

  • impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico;
  • agevolare l’utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse disponibili;
  • mirare alla protezione rafforzata e al miglioramento dell’ambiente acquatico, anche attraverso misure specifiche per la graduale riduzione degli scarichi, e l’arresto delle emissioni e delle perdite di sostanze prioritarie;
  • assicurare la graduale riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee;
  • contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e delle siccità.

Per il raggiungimento di tali obiettivi, la direttiva ha previsto:

– la creazione di un sistema tecnico ed amministrativo basato su distretti idrografici naturali;
-l’unificazione all’interno di un unico quadro pianificatorio delle diverse questioni relative alla gestione delle risorse idriche e il coinvolgimento attivo delle parti interessate e la consultazione dell’opinione pubblica.

In particolare, i piani di gestione dei bacini idrografici, per le acque superficiali, devono contenere le misure di protezione, miglioramento e ripristino necessarie al fine di raggiungere il buono stato ecologico richiesto.

Condividi l'articolo con gli amici.