Autore: Luca Marchesi - Presidente AssoArpa

Ad un anno dalla costituzione di AssoARPA come associazione con una propria personalità giuridica (avvenuta il 23 marzo 2015 ndr), il Presidente Luca Marchesi fa il punto di quanto fatto in questo arco di tempo e, soprattutto, delle prospettive future.

È per me un piacere essere ospite di lacquaonline rivista dell’associazione idrotecnica italiana cui conto di poter contribuire in futuro direttamente o proponendo interventi dell’Associazione attraverso contributi dei colleghi direttori generali delle Agenzie.

AssoArpa, l’associazione delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, nasce, e in futuro dovrà esserlo sempre più, come il luogo dove le Agenzie si confrontano e fanno sintesi sulle diverse tematiche. L’obiettivo principale che l’Associazione ha perseguito, nel primo anno di attività, in coerenza con il mandato statutario, è stato quello di contribuire a sviluppare un sistema ambientale integrato, per rispondere adeguatamente alle sfide complesse che ci attendono e che richiedono risposte complessive.

Un dato è certo: il nostro Paese ha bisogno di un Sistema nazionale di protezione ambientale forte, autorevole e indipendente; coeso al suo interno; armonico in tutte le sue componenti e in grado di fornire prestazioni e servizi di qualità ed omogenei sia a favore dello Stato sia delle Regioni.

L’armonizzazione delle norme ambientali in un quadro legislativo e istituzionale in grande fermento e la necessità di coordinamento dei diversi attori del Sistema di protezione ambientale vedono oggi AssoArpa impegnata su diversi fronti.

Dalla legge 22 maggio 2015 n. 68 contenente “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente” i (cd. Legge sugli ecoreati) al DdL n.  1458 riguardante “Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e disciplina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale” al DdL C. 2607 “Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile” passando dalla Legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” (cd. Riforma Del Rio) con i nuovi assetti anche in materia di competenze ambientali: ecco alcuni dei provvedimenti normativi nei quali le connessioni con il sistema ambientale sono dirette e le ricadute immaginabili. E sui quali le Agenzie, con le oltre 9.000 persone in servizio nelle 200 sedi operative a contatto con tutte le realtà regionali e locali, si misurano quotidianamente.

Per questo AssoArpa segue, con grande attenzione e spirito collaborativo, l’iter del disegno di legge S.n. 1458 ”Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e disciplina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale” approvato unanimemente alla Camera nella primavera del 2014 e da allora all’esame Senato, che sembra – finalmente – prossimo ad essere discusso in aula.

Il nuovo provvedimento oltre a confermare la previsione di una collaborazione costante tra Agenzie e Ispra, anche mediante il rafforzamento del Consiglio del Sistema nazionale che esprimerà parere obbligatorio su diversi provvedimenti strategici, prevede un’importante novità: i LEPTA (i livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali) che devono essere garantiti dal Sistema (e quindi da Ispra sul territorio nazionale e dalle ARPA/APPA sui territori di competenza). Essi costituiranno il parametro di riferimento obbligatorio per la definizione dei piani di attività delle Agenzie, potranno favorire l’omogeneizzazione delle prestazioni assicurate nei diversi territori e potranno costituire un terreno di confronto importante per assicurare finanziamenti adeguati alle Agenzie, quando la ripresa economica del Paese si sarà consolidata.

Il mio parere è che le Agenzie, alla fine, usciranno doppiamente rafforzate da tutto questo percorso.

Da un lato infatti l’avere una programmazione di attività che finalmente si basa su un livello essenziale di prestazioni che, per altro, le Agenzie medesime contribuiscono a formare e a descrivere, significa affermare con chiarezza il principio che le Agenzie stesse operano rispetto al quadro normativo e non rispetto alle richieste estemporanee degli enti in generale; dall’altro  le Agenzie si rafforzano rispetto agli Enti Locali e alle Regioni nel senso che affermare il principio che la formazione ambientale ufficiale del paese è quella prodotta dal Sistema delle Agenzie significa pensare alle stesse soprattutto nella loro configurazione di ente tecnico. Questo elemento di terzietà è sicuramente un elemento di forza. Per tutti direi.

La formalizzazione del sistema unico a rete, prevista dal progetto di legge in discussione, è già di per sé un risultato istituzionale encomiabile e sufficiente a motivare l’assenso alla sua rapida approvazione, in quanto, in un periodo storico contraddistinto da operazioni di “razionalizzazione” della P.A. di natura “riduttiva”, viene riaffermata la centralità e la non fungibilità di tali organismi tecnici.

Una novità significativa è rappresentata, inoltre, dall’art. 15 il quale recepisce, finalmente, il principio comunitario “chi inquina paga” e prevede che le spese relative al rilascio dei pareri sulle domande di autorizzazione ambientale e allo svolgimento dei successivi controlli, nonché alla convalida delle indagini analitiche, siano sempre poste in capo ai gestori degli impianti interessati.

La generalizzazione di questo principio (da tempo auspicata da AssoArpa) consente di non far gravare indistintamente sulla collettività, e sulla fiscalità generale, le attività delle Agenzie finalizzate alla verifica degli impatti ambientali cagionati dagli insediamenti produttivi.

Vorrei aggiungere una riflessione di carattere generale sulla recente maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente.

La norma in via di approvazione è un passaggio importante e positivo e un complesso di cose che sono accadute nel settore ambientale in quest’ultimo anno non sono un caso. Dobbiamo riconoscere a questo Ministro e al Parlamento una serie di atti politici importanti: alcuni già arrivati a conclusione altri in una fase importante di maturazione come ad esempio quello riguardante il consumo di suolo. La fortuna o la coincidenza è costituita dalla presenza trasversale di una nutrita pattuglia di parlamentari che si occupa di ambiente quasi a tempo pieno.

Passi concreti, dunque, che si posizionano significativamente a pochi mesi dal vertice Onu di Parigi sul clima, e che vanno verso un’idea di società solidale e di economia a misura d’uomo, che sta in campo senza compromettere il futuro, usando meno energia e meno materie prime, in cui coesione sociale, comunità, territori, bellezza e qualità sono parte integrante della nostra capacità di difendere e mantenere un pianeta prospero e abitabile per le future generazioni.

E in tutto ciò AssoArpa vuole fare la propria parte.

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