Autore: Stefania Minestrini, funzionario ISPRA

La recente comunicazione della Commissione COM(2015) 614/2 “L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare” evidenzia una serie di misure finalizzate ad agevolare la transizione dall’attuale modello di economia lineare, inefficiente nell’uso delle risorse, verso un modello di economia circolare in grado di valorizzarne un uso efficiente, attraverso la riconversione dei prodotti a fine vita in materie prime seconde. Tra le azioni previste il riuso dell’acqua derivante dagli impianti di trattamento delle acque reflue.

Le misure previste sono inoltre volte a rafforzare la competitività, la crescita e l’occupazione, prime fra le priorità della Commissione Junker. Nell’ambito delle diverse aree di policy afferenti a tali obiettivi, è interessante rilevare come l’economia circolare rappresenti un importante ambito di azione capace di coniugare la “waste policy” (politiche sui rifiuti) e la “product policy” (politiche di prodotto) della Commissione europea.

Nell’ambito della waste policy la Comunicazione prevede una revisione delle proposte legislative sui rifiuti ed in particolare:

  1. obiettivi comuni a livello europeo per il riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani entro il 2030 e per il riciclaggio del 75% dei rifiuti da imballaggio entro il 2030;
  2. un obiettivo vincolante per ridurre entro il massimo del 10% il collocamento in discarica di tutti i rifiuti entro il 2030;
  3. il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata;
  4. la promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica;
  5. definizioni più semplici e adeguate, nonché metodi armonizzati, per il calcolo dei livelli di riciclaggio in tutta l’Ue.

Nell’ambito della product policy una serie di strumenti rivestono un ruolo chiave per lo sviluppo di una nuova strategia per la sostenibilità di produzioni e consumi: sul lato dell’offerta di prodotti, vi è la progettazione ecocompatibile (ecodesign)  mentre sul lato della domanda gli acquisti pubblici verdi (Green Public Procurement – GPP). Il piano di azione prevede infatti per l’ecodesign misure nell’ambito del suo piano di lavoro 2015-2017 al fine di promuovere alcuni aspetti specifici rilevanti per l’economia circolare quali la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l’efficienza energetica.

Per gli acquisti pubblici verdi (GPP) si prevedono misure analoghe volte a rafforzarne il ruolo chiave nell’ambito dell’economia circolare: in particolare attraverso l’inserimento nei criteri sviluppati a livello europeo di prescrizioni rilevanti per l’economia circolare quali la durevolezza del bene, la riparabilità, la riciclabilità, il contenuto di materia riciclata; si prevede inoltre il supporto agli Stati membri, con specifici programmi di training, per l’applicazione del GPP specialmente per quei beni e servizi rilevanti per l’economia circolare. La Commissione si impegna infine a dare il buon esempio nelle sue attività di acquisto e attraverso il rafforzamento del GPP ai fini dell’erogazione dei fondi europei.

Ulteriori misure per promuovere l’economia circolare sono poi indirizzate a livello settoriale:

  1. azioni per ridurre i rifiuti alimentari del 50% al 2030;
  2. lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime seconde;
  3. la revisione del regolamento relativo ai concimi, per agevolare il riconoscimento dei concimi organici e di quelli ricavati dai rifiuti nel mercato unico e sostenere il ruolo dei bionutrienti;
  4. una strategia per le materie plastiche nell’economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e, nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’obiettivo di ridurre in modo significativo i rifiuti marini;
  5. una serie di azioni in materia di riutilizzo delle acque, tra cui una proposta legislativa finalizzata a stabilire prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue.

La comunicazione adottata comprende inoltre un calendario preciso per le azioni proposte e un piano per un quadro di monitoraggio per il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare.

In particolare in merito alle misure previste per il riuso delle acque derivanti dal trattamento delle acque reflue si prevede entro il 2017:

  1. una proposta legislativa e la relativa valutazione di impatto, per la fissazione di requisiti minimi per il riuso dell’acqua nell’irrigazione e per il ricarico delle acque sotterranee;
  2. la promozione per un sicuro ed efficiente riuso dell’acqua, attraverso linee guida sull’integrazione del riuso dell’acqua nella pianificazione e gestione delle acque;
  3. l’identificazione di migliori pratiche in rilevanti BREFs (Best Available Techniques Reference Documents), nonché il supporto all’innovazione e investimenti attraverso la European Innovation Partnership e Horizon 2020 (il programma di finanziamento dell’UE per la ricerca e l’innovazione).
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