Proposta dall’Associazione Idrotecnica Italiana

UN “IDROBONUS”. NEL DECRETO RILANCIO ESTENDERE IL “SUPERBONUS” AGLI INTERVENTI CONTRO IL RISCHIO IDRAULICO

Come è noto il decreto legge 19/5/2020 n. 34 (il cosiddetto “decreto rilancio“) comprende molti interventi finalizzati ad aiutare o stimolare investimenti ed iniziative economiche in grado di rilanciare l’occupazione ed i consumi. Fra questi una vasta eco ha avuto la detrazione fiscale del 110% delle spese sostenute per interventi finalizzati al risparmio energetico o alla riduzione del rischio sismico. Il forte impatto potenziale di questa misura ha suscitato ampie aspettative. Sono state presentate dalle forze sociali e dalla stampa molte proposte migliorative ed estensive e il Parlamento sta esaminando molte proposte di emendamenti. Fra queste c’è anche l‘idrobonus, cioè la detrazione fiscale per gli interventi finalizzati alla riduzione del rischio idraulico (emendamento n. 119.42 dell’on. Cestari).

E’ una proposta che era stata avanzata dall’Associazione Idrotecnica Italiana, su iniziativa della Sezione Sicilia Orientale, nel novembre 2018, all’indomani dell’alluvione che fece 12 vittime in Sicilia, fra cui un’intera famiglia a Casteldaccia. Allora era stato chiesto, al governo e a tutti i partiti, di equiparare gli interventi per la riduzione del rischio idraulico a quelli per la riduzione del rischio sismico, ma la proposta non aveva trovato copertura finanziaria e non era stata accolta. Ora è stata ripresentata, e le maggiori coperture che dovrebbero venire dall’imponente finanziamento (173 miliardi di euro) promesso dall’Unione Europea dovrebbero assicurare copertura finanziaria al provvedimento.

Si chiede di estendere la detrazione fiscale del 110% (il cosiddetto “superbonus“) prevista nel decreto rilancio per gli interventi finalizzati al risparmio energetico o alla riduzione del rischio sismico, agli interventi per la riduzione del rischio idraulico (“idrobonus”). Risparmiare la perdita di vite umane non è certo meno importante (al contrario, è più importante!) di risparmiare energia, e in Italia il rischio idraulico non è inferiore a quello sismico. Anzi, le alluvioni, anche se generalmente colpiscono zone più ristrette, avvengono con frequenza molto maggiore dei terremoti.

Potrebbero beneficiarne, ad esempio: la trasformazione delle superfici impermeabili in superfici permeabili, la realizzazione di opere per conseguire l’invarianza idraulica o idrologica rispetto alle condizioni che preesistevano all’edificazione, il recupero delle acque meteoriche, la delocalizzazione dei fabbricati esistenti nelle fasce fluviali e nelle aree classificate a rischio nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) o nei Piani di Gestione del Rischio di Alluvione (PGRA), gli interventi sulle sponde dei corsi d’acqua operati dai proprietari frontisti ed altri interventi di messa in sicurezza ordinati dalla pubblica autorità o suggeriti nei PAI o nei PGRA. Incentivare i privati a realizzare questi interventi permetterebbe loro di vivere con più sicurezza, darebbe più sicurezza agli altri, stabilizzerebbe il territorio e migliorerebbe l’ambiente e la qualità della vita. Questi interventi pertanto meritano senz’altro il superbonus, forse più e prima di altri interventi. Le delocalizzazioni, ad esempio, sono interventi in grado di abbattere radicalmente la condizione di rischio, ma sono molto invise ai proprietari, che non vogliono privarsi di un bene regolarmente acquisito, ed hanno bisogno di un forte incentivo. L’equiparazione proposta sarebbe di immediata applicazione perché le zone a rischio di inondazione sono già delimitate e classificate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) o nei Piani di Gestione del Rischio di Alluvione (PGRA), già redatti in tutta Italia.

L‘idrobonus comporterebbe solo apparentemente una riduzione delle entrate fiscali (peraltro diluita in 5 anni). Al contrario, determinerebbe una forte riduzione delle spese a carico dello Stato e degli enti locali. Infatti, oltre al maggiore ritorno fiscale ed ai benefici conseguenti agli investimenti ed all’occupazione, già ampiamente accertati da anni per le agevolazioni già vigenti, e di effetto immediato (e oggi particolarmente utili, anzi necessari per superare la gravissima crisi economica), la norma consentirà di ridurre i costi per gli interventi sui corsi d’acqua o sulle reti fognarie e le spese per la riparazione dei danni causati, ormai con troppo alta frequenza, dalle frequenti alluvioni, oltre all’incommensurabile beneficio conseguente alla riduzione delle perdite di vite umane.

L’Associazione Idrotecnica rivolge un appello al Governo e a tutte le forze politiche perché accolgano la proposta.

ing. Salvatore Alecci