Studio Majone

La frana della Val Pola 1987-2017 sono passati 30 anni

Nei giorni dal 17 al 19 luglio del 1987 la Valtellina fu investita da un violentissimo nubifragio causato da una pioggia che in un paio di giorni riversò nei punti più colpiti della valle oltre 600 mm d’acqua quasi un terzo di quella che nella stessa zona cade in media in un anno.

Nelle prime ore del 28 Luglio 1987 dopo giorni di violente piogge una frana del volume di circa 30 milioni di m3 si staccò dalla montagna occludendo il corso del fiume Adda e creando un lago della capacità di circa 20 milioni di m3. La furia di quella che fu chiamata la frana della Val Pola si abbatte su alcuni comuni della provincia di Sondrio, devastando tutto ciò che incontra, lasciando senza casa centinaia di sfollati e generando un numero elevato di vittime.

Le proporzioni del disastro erano di immani dimensioni, anche se raffrontate con eventi calamitosi del passato quali il disastro della diga del Gleno o quello del Vajont.

La “Commissione Valtellina” costituita dal ministro il giorno successivo al crollo era composta da:

Prof. Ugo Majone, Presidente, esperto della Commissione Nazionale Grandi Rischi;

Prof. Pietro Lunardi, vice presidente, esperto della Commissione Nazionale Grandi Rischi;

Prof. Mario Govi, esperto della Commissione Nazionale Grandi Rischi;

Prof. Franco Siccardi, esperto del Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche del C.N.R.;

Dott. Giovanni Mortara, esperto del Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche del C.N.R.;

Dott. Michele Presbitero, geologo della Regione Lombardia;

Dott. Paolo Verde, del Dipartimento Protezione Civile.

Con successivi decreti del Ministero entrarono a far parte della Commissione:

Dott. Ing. Giovanni Fiore del Servizio Dighe del Ministero dei Lavori Pubblici;

Dott. Ing. Felice Setaro del Magistrato per il Po;

Dott. Ing. Mariano del Papa, dell’ANAS;

Dott. Ing. Cesare Sangiorgi Ispettore Generale Capo del C.N.V.F., Ministero degli Interni;

Prof. Dott. Luigi Maiori dell’Università di Verona.

La “Commissione” fu istituita per affrontare la straordinaria emergenza idrogeologica ed i suoi compiti erano “…studiare i fenomeni già verificatisi ed in atto lungo il bacino del fiume Adda in località Val di Pola e dei corsi d’acqua di Mallero e Torreggio in Val Malenco, ai fini della formulazione di proposte per l’attuazione dei provvedimenti di urgenza…”.

Le grandi competenze tecnico-scientifiche ed uno spirito di grande coraggio innovativo dei membri della Commissione permisero da subito di affrontare la fase dell’emergenza mettendo in atto, tra l’altro, la famosa “tracimazione controllata” del corpo di frana e, successivamente, di impostare i primi passi della messa in sicurezza del territorio.

Con la legge regionale n. 102 del 1990 ricordata come “Legge Valtellina” viene creato un modello virtuoso per lo stanziamento di fondi per interventi strutturali e di manutenzione di corsi d’acqua, versanti, strade e monitoraggio idrologico del territorio.

Approfondimenti:
La frana della Val Pola in Valtellina (1987)
Legge speciale Valtellina 102/90. Regimazione idarulica corsi d’acqua nella Provincia di Sondrio

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