Autore: Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI

L’agricoltura italiana è già oggi, e lo sarà sempre più nel futuro, un’agricoltura di eccellenze che troverà sempre energie per competere nei mercati globali. Essa ha, però, costi superiori alle altre, per scelte etiche, di sicurezza alimentare e territoriale, che sono state fatte con coraggio e dalle quali non si vuole tornare indietro. Ciò impone però che da una parte tali scelte siano tutelate, penso ad esempio al pregevolissimo lavoro fatto dalla Fondazione Agromafie, dall’altra che il mercato le riconosca, e qui il riferimento è alla G.d.O. (Grande Distribuzione Organizzata), ed infine che i consumatori scelgano i prodotti pensando alla loro qualità, alla propria salute ed a quella dei territori e dell’ambiente dove vivono.

Questa agricoltura è per la grandissima maggioranza irrigua e proprio nella gestione dell’acqua irrigua vi sono ancora margini ed intelligenze per realizzare economie di scala, una riduzione negli usi e di riflesso risparmi per gli imprenditori agricoli, per i consumatori e maggiore disponibilità della risorsa per gli altri usi.

La scelta dell’innovazione, nell’uso dell’acqua e poi di strumenti che provengono dalla cosiddetta agricoltura di precisione, costituiscono il volto migliore di quel progresso che con grande determinaziIMG_0727one e concretezza l’agricoltura italiana ha deciso di frequentare e che nei Consorzi di bonifica riconosce i protagonisti nell’adottare strumenti collettivi di grande efficacia. Moderne tecnologie che possono aiutare l’imprenditore agricolo nella sua attività ponendo nuovi sistemi di assistenza all’irrigazione. Dalla capacità di declinare in modo coerente tali tecnologie e di destinare con concretezza le risorse che oggi nei PSR regionali sono individuate, ne deriverà una crescita delle tecnologie di precisione rivolte oltre che alla produzione di beni anche alla erogazione di servizi in forma collettiva ai singolo. Qui ho l’orgoglio di parlare di una esperienza reale e concreta di innovazione collettiva nel servizio irriguo che trova oggi la sua applicazione in Emilia-Romagna, con il nome di “Acqua Campus”.

Progetti innovativi, concreti, applicabili con utilità reali e redditizie al settore agricolo che, oggi elaborate e testate in Emilia-Romagna, sono, domani, applicabili nel Paese con le stesse utilità e redditività ma con la capacità aggiuntiva di mostrare alla UE un Paese Italia che nel settore dell’innovazione e razionalizzazione dell’uso della risorsa acqua in agricoltura, è in movimento virtuoso. Tali ritengo siano, dopo Irriframe, il progetto sperimentale Aladin che consiste nella multisensoristica applicata alla irrigazione di precisione con l’ausilio dei droni come strumento di sviluppo ed incremento di Irriframe. Il progetto “Figaro” una piattaforma per un governo sostenibile delle acque con cui l’imprenditore agricolo può gestire i flussi della risorsa acqua per ogni coltura in modalità digitale collegandosi alla piattaforma “Figaro”.

Insomma “Acqua Campus” si presenta e si prepara ad uscire dai confini regionali per divenire, grazie al CER (Consorzio Canale Emiliano Romagnolo) ed ANBI, ancora di più un centro di eccellenza a servizio dell’agricoltura del “made in Italy” e dell’intero Paese in un’ottica di valorizzazione dei territori e di innovazione quale strumento di reddito e competitività sui mercati globali per le moderne imprese agricole.

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