Autore: Uberto Potenza, già dirigente dell’Acquedotto di Napoli (A.M.A.N., poi ARIN, oggi ABC)

SOMMARIO

Gli acquedotti romani, per la loro mirabile realizzazione, sono sempre stati per l’uomo moderno esempio per la costruzione di opere idrauliche funzionanti a gravità ai fini della distribuzione di acqua potabile, fondamentale oggi come per l’antichità, al servizio pubblico dell’acqua per tutti.

La costruzione di tali monumenti necessari per il servizio idrico dell’impero romano, esprimenti altresì il potere di Roma, era eseguita da personale di tutto il Mediterraneo, preparato ed esperto, capace nell’erigere in tempi brevi manufatti quali ponti canale, capaci serbatoi, canali a pelo libero, piscine limariae (decantatrici) e quant’altro, sia in terreni scoscesi che in roccia, ed ancora di gallerie grazie ad efficaci tecniche topografiche.

Avanzata anche era la tecnica di distribuzione capillare dell’acqua a servizio dell’utenza e la capacità di esercire un acquedotto in tutte le sue più complicate sfaccettature, comprese quelle legali ed amministrative.

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