Autore: Giuseppe Frega, Emerito di Costruzioni Idrauliche, Università della Calabria

Vari aspetti della conservazione del suolo hanno acquisito un ruolo sempre più importante per l’intensificarsi della utilizzazione e dello sfruttamento del territorio, strettamente connessi all’intervento umano, basti pensare ai prelievi indiscriminati degli inerti negli alvei dei corsi d’acqua. E’ necessaria, in questo settore, un’azione di coordinamento fra attività e tutela dell’ambiente, assumendo alcune rigorose linee di azione, particolarmente rivolte a stroncare l’illecito e, comunque, lo sfrenato abusivismo che vedono, talvolta, coinvolte frange sempre più consistenti della delinquenza organizzata. Ma soprattutto per il particolare peso che il turismo balneare ha nell’economia calabrese, particolare attenzione merita anche la situazione della degradazione ambientale nei litorali, legata, da una parte al processo erosivo in atto, dall’altra al diffondersi dell’inquinamento delle acque.

Per questo secondo aspetto che caratterizza purtroppo, non solo il mare, ma anche molti fiumi calabresi, non è certo sufficiente l’esistenza di un quadro generico di riferimento legislativo, se esso non trova applicazione nella pratica quotidiana dell’amministrazione pubblica e dell’iniziativa privata. Occorre ribadire che va diventando sempre più importante l’aspetto igienico e sanitario dello smaltimento delle acque di rifiuto. E’ da un improprio allontanamento e smaltimento delle acque di liquami, infatti, che hanno origine – com’è noto – molte malattie virali; poiché molto spesso si è fatto affidamento solo sulle capacità naturali di depurazione dell’ambiente non è possibile far fronte all’esplosione dell’aumento stagionale delle popolazioni lungo le coste, agli squallidi esempi di urbanizzazione ivi presenti e agli inquinamenti che ne derivano.

Poiché sui litorali il carico inquinante è per la massima parte antropico occorre analizzare gli elementi che ne sono alla base:

  1. Il notevole incremento di presenze turistiche dei mesi estivi causa disagi diffusi, dovuti sia a dotazioni idriche insufficienti, sia a reti di distribuzione sottodimensionate;
  2. La situazione delle reti idriche di distribuzione è in molti casi inadeguata, sia in ordine al dimensionamento delle opere, sia in ordine alla loro fatiscenza; in base a tali ultimi motivi l’erogazione idrica scende, in alcuni comuni, a livelli chiaramente insufficienti;
  3. La situazione delle opere fognarie è quasi ovunque carente, sia in ordine al dimensionamento dei manufatti, talvolta incapaci a smaltire i reflui della popolazione realmente servita, più spesso del tutto mancanti, sia in ordine allo stato di fatiscenza degli stessi;
  4. Ancora più allarmante è la situazione delle strutture depurative:si rileva infatti una polverizzazione di piccoli impianti, realizzati senza coordinamento, male ubicati, con schemi spesso poco adatti, privi di manutenzione e perciò non in grado di assolvere le proprie funzioni depurative.
    Nell’interesse delle imprese gli impianti sono stati spesso inutilmente realizzati ad alto rendimento depurativo (fanghi attivi), con elevati costi di gestione e conseguente difficoltà a mantenere in vita strutture gestionali costose e qualificate ed impianti delle località costiere. E gli impianti delle località costiere, quasi ovunque, non sono in grado di far fronte ai notevoli carichi dei periodi estivi essendo ubicati in zone che, a seguito della espansione urbanistica dei comuni, ricadono all’interno della struttura urbana insediativa e turistica;
  5. Sono poche le iniziative volte a consorziare sia la costruzione che la gestione di impianti;
  6. È completamente inesistente la programmazione della destinazione finale dei fanghi di risulta.

Come già si è detto, la situazione del sistema fognario è completamente carente. Gran parte delle fognature esistenti sono fecali. Solo nei comuni più grandi esistono sistemi misti o canalizzazioni separate per le acque pluviali.

L’altro aspetto del problema delle coste e cioè l’erosione dei litorali non è di minore importanza: la logica sinora seguita della difesa localizzata è alla base degli insuccessi, a tutti ormai visibili sui litorali.

Questa logica può essere superata solo con la promozione di una cultura di conoscenza dei fenomeni che sono influenti nel complesso meccanismo naturale che non può essere impunemente stravolto nell’illusione che lo si potrà sempre riavviare nel senso desiderato. La tutela del paesaggio, peraltro, costituisce nel nostro Paese uno degli obiettivi fondamentali dell’azione dell’organizzazione sociale (art. 9 della Costituzione) sicché le alterazioni dovute al degrado provocato da azioni antropiche inconsulte dovrebbero essere ritenute lesive dell’interesse generale. Purtroppo il divario fra il denso e impegnativo dettato costituzionale: «La Repubblica… tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» e la prassi amministrativa non ha registrato sinora riduzioni significative.

Se la Calabria, come l’Italia, è uno dei luoghi più belli e vari del mondo è quasi naturale che il suo mare abbia un fascino particolare.  Con la dovuta attenzione ai fenomeni erosivi, il mare è perciò da preservare in relazione alla qualità delle acque e dell’ambiente che ne costituisce l’eccellenza cui dobbiamo continuare a tendere.

Condividi l'articolo con gli amici.