Autore: Corrado Frega

Osservando come nel corso dei millenni la comunicazione umana sia a mano a mano passata dalla cultura orale alla odierna rivoluzione del web, appare irrealistico pensare ad un ritorno ai vecchi mass media che sono e che furono senz’altro più ragionevoli e pacati.

Dei nuovi mass media  non possiamo ormai fare a meno. Non può essere  però sottaciuto un pericolo per la democrazia quando essi portano a tralasciare il confronto, la critica, la discussione. In Grecia la democrazia è nata con i sofisti che sapevano mostrare che una cosa può essere sia bianca che nera. Alcune discussioni in passato hanno segnato la storia e rafforzata la democrazia contro l’esasperato dibattito e il trionfo della logomachia che portano purtroppo al blocco delle decisioni. C’è il pericolo che emergano e trionfino forme di democrazia dirette dall’alto: leaderistica, populistica ed audiovisiva, forme che possono portare a manipolazioni e al plagio.

Come possiamo difenderci allora?

Occorre che dalla coscienza dei cittadini e dalla loro formazione intellettuale e morale scaturisca una luce di guida e difesa dai pericoli. Ciò si può ottenere con il recupero dell’educazione umanistica che non è peraltro da contrapporre all’educazione scientifica e tecnica, ma da considerare preliminare e formativa. L’uso di tutti gli strumenti del web può essere utile ma solo a chi ha già formato dentro di sé una intelligenza critica e una coscienza morale che hanno caratterizzato per secoli la nostra cultura europea. Gli umanisti hanno ritenuto e ritengono infatti che la storia sia un costante processo di sviluppo e perfezionamento, nella continuità tra passato e presente. Ma nel campo culturale, quando non c’è riconquista vivente del passato, ci potrebbe essere solo erudizione priva di una impronta umanistica. Ciò avviene a differenza di quanto si registra in campo tecnologico dove ineluttabilmente il progresso porta a cose nuove e migliori sulla base del passato.

Si può concludere che non ci potrà essere un auspicabile nuovo umanesimo se non si sarà giunti ad un sapiente uso della tecnica nel quadro di una vera e propria etica della tecnica.

Condividi l'articolo con gli amici.