Il Comitato Nazionale Italiano del Programma Idrologico Internazionale – International Hydrological Programme – IHP dell’UNESCO è stato recentemente ricostituito con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Fra le sue prime iniziative, il Comitato ha ritenuto opportuno organizzare una giornata di studio, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con l’Associazione Idrotecnica Italiana e con i Consigli Nazionali degli Ingegneri e dei Geologi.
La Giornata ha avuto come prima finalità quella di presentare, alle Istituzioni e al pubblico, il Programma IHPUNESCO e le principali linee di azione che il rinnovato Comitato Italiano IHP intende percorrere; una seconda finalità è quella di sviluppare una discussione tecnico-scientifica sui temi delle strategie resilienti di gestione delle acque, nell’ottica di raccogliere contributi di idee utili a perfezionare la definizione delle future azioni del Comitato Italiano IHP in questo ambito.
Gli eventi di dissesto idrogeologico e di scarsità idrica, che negli ultimi anni hanno colpito diverse zone del nostro Paese, hanno chiaramente evidenziato la vulnerabilità del nostro Paese ai cambiamenti climatici e insieme la fragilità dell’attuale assetto infrastrutturale. La frequenza con cui si susseguono detti eventi di dissesto idrogeologico conferma, ancora una volta, lo stato di rischio cui soggiacciono ampie parti del territorio nazionale, rese ancora più vulnerabili dai massicci e poco pianificati fenomeni di espansione urbana, di antropizzazione di aree a rischio alluvionale e più in generale di incremento del consumo di suolo, avvenuti soprattutto nella seconda del secolo scorso e che hanno avuto come esito un incremento delle portate e dei volumi di piena e insieme l’irrazionale confinamento degli alvei di molti fiumi.
Per quanto riguarda la situazione delle risorse idriche, invece, pur in un quadro di spiccata disomogeneità territoriale, la severa siccità della scorsa estate ha evidenziato gli inadeguati livelli di efficienza di vari sistemi di captazione, regolazione e trasporto, oggi disponibili nel Paese. Interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche dei sistemi di vettoriamento e di distribuzione, oggi caratterizzate da valori  inaccettabilmente elevati per un paese avanzato, e insieme di significativo potenziamento delle capacità di stoccaggio, tali da consentire un ulteriore e più razionale utilizzazione delle ingenti disponibilità idriche naturali non ancora utilizzate, paiono le strade obbligate da percorrere. In definitiva, la preoccupante ricorrenza dei fenomeni alluvionali e di frana e di scarsità idrica, suggerisce l’opportunità e l’urgenza di un cambiamento del modello di intervento, passando da un approccio sostanzialmente attendista, incentrato su provvedimenti di tipo emergenziale, tipico del nostro passato, a un approccio proattivo, basato sul miglioramento della resilienza delle comunità antropiche e dei territori, nell’ottica della mitigazione del rischio residuale, che inevitabilmente richiama anche alla necessità di un profondo ammodernamento e potenziamento del sistema infrastrutturale esistente.

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