Autore: Flavia Coccia, IS.NA.R.T S.c.p.A

Se si considerano i dati relativi alla ricettività risulta evidente che il turismo balneare è il prodotto più importante (seguito dalle città d’arte), ma è anche il prodotto più maturo (nel senso puro del marketing), e più colpito dalla concorrenza internazionale.
E’ in questo prodotto turistico (che in estate dovrebbe raggiungere la massima occupazione delle camere disponibili) che si registrano le maggiori preoccupazioni da parte degli operatori, se non riescono in un anno a raggiungere la piena occupazione. La forte stagionalità infatti rappresenta il punto di forza ma anche quello di debolezza del nostro sistema di offerta costiero.
In generale il nostro mare soffre della sua incapacità di promuoversi e di offrirsi al mercato turistico con proposte diverse da quella tradizionale del Sole + spiaggia (Sun&Beach), cogliendo ad esempio le opportunità derivanti dalla presenza di tante risorse (culturali, di attività sportiva, eccellenze enogastronomiche ecc.) e di poterle organizzare e far fruire facilmente dai nostri ospiti.
E’ un prodotto turistico “stanco” sul quale gravano situazioni “incancrenite” come l’apertura stagionale delle imprese ricettive che non riescono a vendersi in altri periodi (con limiti anche sulla qualità finale erogata al cliente), una scarsa commercializzazione, un ambiente non più “vergine” con allarmi inquinamento e balneabilità anche su coste ritenute incontaminate.
Occorre quindi agire per permettere alla offerta turistica della costa di potersi rinnovare in termini di prodotto turistico da offrire in diverse stagioni. Occorre soprattutto agire anche in termini di organizzazione del territorio per rispondere meglio alle esigenze dei diversi turisti nei diversi periodi.
Gli obiettivi per l’implementazione di una più generale strategia di sviluppo socio-economico legato al turismo possono così sintetizzarsi:
– valorizzare le risorse ambientali e recuperare le aree in degrado per un recupero in senso turistico ma con le caratteristiche della sostenibilità;
– coinvolgere la popolazione individuando e rettificando i contrasti territoriali che bloccano l’indirizzo (i vari interessi) per il turismo, attraverso un programma che miri a coagulare partecipazioni collegiali di recupero e riassetto turistico territoriale nei comuni interessati e favorisca lo sviluppo dell’attività ricettiva e l’integrazione dei settori collegati;
– coinvolgere gli amministratori locali ed in particolare i Sindaci al processo di riassetto ed alla riqualificazione dell’immagine del territorio di appartenenza supportando l’integrazione fra le realtà attrattive dei comuni limitrofi;
– incentivare la realizzazione di servizi ottimali integrati di accoglienza quale cornice economica determinante approfittando della presenza di attrattori culturali o naturalistici;
– predisporre le infrastrutture, iniziando a coinvolgere i diversi comuni per cooperare con l’obiettivo di rispondere sul proprio territorio ad una strategia complessiva condivisa;
– testare sul campo un modello di rigenerazione economica in chiave turistica che partendo dal locale costituisca un tassello operativo di un piano di sviluppo che miri al totale riscatto economico, culturale e sociale del territorio. Occorre avviare un processo di rigenerazione turistica sostenibile a km 0, dove tutta la filiera economica presente sul territorio possa trarne giovamento.

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