Autore: Manlio Palmarocchi

Era il ‘900 ed il petrolio andava alla grande, aveva inoltre sostituito buona  parte del carbone, il gas con il quale invece il petrolio veniva estratto non veniva  considerato e  bruciato in “ fiaccola”. Fu Enrico Mattei il primo a capire l’importanza del gas ed a trovare la maniera di raccoglierlo e utilizzarlo In val Padana.

Il secolo non era ancora finito che l’ONU attraverso i compartimenti di meteorologia  e   di ambiente  avvertì i primi segnali di cambiamento del clima in  diverse zone del pianeta; nacque così l’IPCC (Intergovernmental  Panel on Climate Change) che nel 1997 diede vita al primo Protocollo di Kyoto:

“ La CO2 prodotta dalla combustione dei combustibili fossili determina nell’atmosfera  un effetto serra con aumenti della temperatura media del pianeta così forti  da determinare desertificazioni, alluvioni e scioglimento dei ghiacciai dell’Artico e conseguente innalzamento del livello del mare; le grandi emigrazioni furono la prima conseguenza…( Sud Est Asiatico e Sub Sahara) “

Per ottenere energia bisogna  ricorrere ad altre materie prime o comunque altre tecnologie!

Per molti principi arabi (possessori di pozzi) Kyoto suonò come una dichiarazione di guerra..e la risposta arrivò nel 2001 con l’inizio del Terrorismo (twin towers) una risposta che tanti soldi avrebbe richiesto al mondo occidentale e quindi allo sviluppo di energie alternative , mentre il nucleare continuava a dare segnali gravi di pericolosità.

Doveva arrivare  Dicembre 2015 ( Parigi, con le firme di USA e CINA, i maggiori produttori di CO2 al mondo) per il riconoscimento ufficiale dei danni che i combustibili fossili hanno e  stanno creando e cercare di correre ai ripari :

le energie rinnovabili non programmabili assieme all’idraulica sono subito apparse come la soluzione migliore in attesa della fusione nucleare che sembra essere ancora lontana. Non possiamo a questo punto non menzionare l’idea  di prendere l’energia solare nello spazio (stazione spaziale con  pannelli fotovoltaici) per poi trasferirla a terra sotto forma di microonde ; l’idea  ultimamente portata avanti dall’agenzia spaziale giapponese  (JAXA) e da Mitsubishi, è meravigliosa ed i tempi non sembrerebbero poi così lunghi.

Oggi però l’energia da fonti fossili rappresenta l’80 % del totale e sostituirla prenderà qualche decennio oltre a molti soldi:   dobbiamo fin da subito pensare alla TRANSIZIONE  che può avvenire soltanto attraverso l’utilizzo esteso  del  GAS NATURALE anche liquido,  e l’entrata in funzione di  BIORAFFINERIE  (materie prime bio no food ).

Il gas naturale,  lanciato da Mattei, va esteso al trasporto marittimo commerciale e turistico, ed a quello pesante su strada con l’utilizzo di GNL, la bioraffineria, nata anch’essa in ENI (Ecofuel 1993) da dedicare alla produzione di bioetanolo , biodiesel e biogas ed a tutto il necessario per rinnovare la “petrolchimica”.

Venendo al nostro Paese, pur avendo esperienze e cultura  nel settore, l’Italia è  riuscita a buttare soldi senza limite (Montalto di Castro, 4 centrali nucleari, chiuse subito dopo l’apertura, etc ) come pure a respingere il progetto BP di un  impianto di ricevimento e stoccaggio GAS NATURALE  a Brindisi che oggi sarebbe una vera fortuna fosse stato recepito.

Le ragioni sono come al solito politiche.. basta pensare che l’ultimo piano energetico nazionale data 1988 . Solo oggi abbiamo un nuovo PEN e comunque per oltre 20 anni l’energia è stata sotto il controllo di tutti e quindi di nessuno; forse una gestione centrale a livello nazionale e non regionale, che specialmente per l’Italia non ha alcun senso, avrebbe evitato tra l’altro anche il problema delle trivelle che non può essere affidato ad un referendum di gente inesperta.

Oggi le trivelle,

una volta esaurite, possono funzionare come stoccaggio di gas visto che il progetto Brindisi è stato abbandonato:  sono preziose  per la TRANSIZIONE.

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