Autore: Luigi Valerio, Presidente LNI Sperlonga - Lago di Fondi

L’ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental panel on climate change), pubblicato il 31 Marzo 2014 a Yokohama, in Giappone, conferma i dati sui cambiamenti climatici e sottolinea che la causa principale del riscaldamento globale (global warming) è costituita dalle attività umane.

Gli effetti del climate change nei sistemi urbani sul Global warming, accentuano il riscaldamento, gli eventi estremi, come alluvioni, siccità, mega incendi con effetti su agricoltura, coste, acque, salute.

La conoscenza dei mutamenti climatici riveste, pertanto, un ruolo principale nell’identificazione delle vulnerabilità del territorio costiero e nell’individuazione di un modello di sviluppo utile a migliorare le proiezioni future in scala locale.

Bisogna valutare i rischi e le vulnerabilità del territorio.
E’ necessario, pertanto, incominciare a coniugare lo sviluppo con la tutela e la messa in sicurezza della costa e del suo territorio. Riprogrammare l’intero sistema con un metodo tale che garantisca la protezione delle coste e la crescita economica non solo legata al turismo tradizionale.

Un nuovo modello di gestione integrata fra le risorse tali da dare appropriate risposte alla domanda di valorizzazione delle bellezze naturali e culturali potrà risolvere anche dramma della disoccupazione. La nostra sfida sul cambiamento climatico richiede due tipi di risposte. In primo luogo, è fondamentale continuare a ridurre le emissioni antropiche di gas serra in modo da diminuire l’entità complessiva dei drivers climatici (mitigazione).

Nel nostro caso le città costiere devono essere tutelate per l’innalzamento del livello marino, per l’intrusione salina, per l’erosione, per le correnti e per eventi meteo disastrosi come vento forte mare e trombe d’aria improvvise.
In secondo luogo, devono essere prese misure adeguate per diminuire gli impatti specifici del cambiamento climatico, vale a dire prevenire, neutralizzare o almeno moderare i rischi, derivanti dai cambiamenti climatici, sulla salute umana e sui sistemi naturali e sull’ambiente costruito (adattamento).

L’adattamento ai cambiamenti climatici comprende una varietà di politiche e misure volte a far sì che sistemi naturali e umani siano in grado di rispondere o di compensare gli impatti effettivi e quelli attesi.

La pianificazione dell’adattamento è un processo interattivo.

Secondo quanto stabilito dal protocollo già esistente, l´implementazione delle possibili azioni di adattamento, nell’ambito di una più complessiva strategia, deve essere individuato e condiviso con i vari committenti (regione e Comune) attraverso un approccio d’indagine che considera i principali impatti identificati nell’ambito dei dieci specifici settori maggiormente interessati e più vulnerabili ai cambiamenti climatici nel territorio, quali:
1-ecosistemi, biodiversità, aree protette, foreste e coste;
2-qualità dell´aria;
3-ciclo idrologico e qualità delle acque;
4-disponibilità e fabbisogno idrico;
5-approvvigionamento energetico;
6-salute umana;
7-ambiente costruito e difesa del suolo;
8-trasporto e mobilità;
9-agricoltura;
10-turismo.

Bisogna elaborare, per lo sviluppo, un progetto di carattere metodologico per l’elaborazione di un quadro di riferimento e d’indirizzo in vista di un futuro Piano di adattamento al cambiamento climatico (PACC) a livello della nostra Regione.

L’obiettivo di questo progetto è quindi definire linee, guida e struttura di massima in cui si dovrà articolare il futuro piano regionale di adattamento, sulla base dell’analisi delle diverse strategie di adattamento esistenti a livello europeo ed extraeuropeo.

La proposta del PIANO di ADATTAMENTO dovrà necessariamente prevedere:
– l’aumento dell’erosione costiera a causa dell’innalzamento del livello del mare e della sempre maggiore frequenza e intensità delle inondazioni costiere;
– il possibile incremento delle frane per l’aumento stagionale (inverno, autunno) delle precipitazioni in aree a rischio;
– l’incremento delle sollecitazioni a causa dell’innalzamento del livello del mare, per l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi (ondate di calore, inondazioni, siccità);
– l’erosione della superficie calcarea per l’azione congiunta di inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico;
– la diminuzione della pesca dovuta alla perdita di specie in quanto, la presenza di temperature più alte;
–  L’aumento di temperatura crea incertezze sulla fisiologia dei pesci a causa del minore trasporto d’ossigeno ai tessuti e agli impatti sui sistemi marini ed acquatici a causa dell’acidificazione del mare. Le popolazioni ittiche con l’innalzamento delle temperature aumenteranno verso nord e caleranno nelle zone di distribuzione più a sud.

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