Autore: Massimo Gargano - Direttore Generale ANBI

E’ iniziata una più stretta collaborazione tra Anbi e A.I.I., si andrà infatti oltre il consueto scambio di conoscenze per creare un momento di confronto alto maggiormente qualificato e qualificante con l’obiettivo di far crescere le rispettive sensibilità (accademiche, scientifiche, operative) verso una cultura, quella del territorio, che vede nell’acqua (in qualunque forma essa si manifesti: green, blu, grigia) un elemento di rilevanza fondamentale, di cui va tutelata la qualità e la quantità.

Il territorio inoltre, sempre più soggetto ai cambiamenti climatici, va ancora più tutelato dagli eccessi di acqua che causano ricorrenti disastri, alluvioni, allagamenti, frane, allontanandola con grande determinazione quando ve ne è la necessità.

L’acqua però non va sprecata, essa deve essere conservata per averla a disposizione quando serve, durante la stagione irrigua, per la produzione di energia elettrica nei momenti di massima richiesta, per la ricarica delle falde freatiche sempre più a rischio in un Paese la cui popolazione migra dalle aree collinari interne verso le coste e anche l’agricoltura deve fare ancora di più al fine di razionalizzare l’uso e di riflesso i propri costi.

Con ulteriore slancio operativo occorre inoltre agire in modo più puntuale per frenare la penetrazione delle acque del mare delle grandi aste fluviali, creare infrastrutture in grado di raccogliere la risorsa quando è disponibile in eccesso per conservarla ed evitando di gettarla in mare come purtroppo oggi accade.

Vi sono conoscenze, culture, in grado di rispondere a tutte queste esigenze e la rivista “L’Acqua” insieme al magazine “Ambienti d’Acqua” sono momenti di confronto elevati che si mettono a disposizione di tutti ed in particolare dei soggetti che hanno la responsabilità di decidere.

Si immagini che con una innovazione quale Irriframe nel 2014 si è potuto certificare un risparmio di circa 500 milioni di metri cubi di acqua irrigua, che sono stari resi disponibili per altre esigenze, ma anche per ridurre i costi di produzione per l’agricoltura del made in Italy, con una maggiore competitività di queste produzioni sui mercati e anche con ricadute positive sul prezzo finale del prodotto per i consumatori.

Queste sensibilità, ancora non maggioritarie nel Paese, crescono in maniera esponenziale nel momento in cui si verificano alluvioni, frane con tutto il loro corredo di disgrazie, danni e quant’altro e poi le siccità che fanno crescere i prezzi dei prodotti e riducono la redditività delle imprese agricole, in fretta vengono purtroppo dimenticate in attesa della successiva emergenza.

E’ allora evidente la necessità di come tutti coloro che a vari livelli di competenza si occupano della materia acqua, hanno l’obbligo di creare un fronte comune, un patto, teso a far comprendere all’opinione pubblica ed ai decisori, come la qualità della vita, la qualità dei territori, dell’economia, e di riflesso dell’occupazione, nel nostro Paese sia largamente influenzata dalla disponibilità in termini quantitativi e qualitativi della risorsa idrica.

Creare quindi strumenti seri, luoghi di incontro per lo scambio di opinioni, di progetti, di conoscenze, di innovazioni, di provocazioni, quand’anche “visionarie”, è l’obiettivo che ci si deve porre per tentare di invertire una tendenza culturale ancora troppo sbilanciata sulla emergenzialità e non tesa alla prevenzione, dettata quindi più dagli umori del momento che dalle conoscenze e dalla capacità di programmazione.

Ecco quindi perché “Ambienti d’Acqua” e “L’Acqua” divengono, nell’interagire tra di loro, un momento ulteriore affinché tale confronto avvenga e sia impegnativo.

La gestione razionale della risorsa non è affidabile soltanto alle giornate commemorative, che in qualche modo scuotono le coscienze, ma ad un impegno quotidiano serio e sostenuto, più che dalle risorse, dalla consapevolezza del lavoro da fare che deve anche essere percepito pienamente da chi opera nel settore allo scopo di sentirsi meno solo in tale attività.

Indubbiamente i 200 mila km di canali, le 754 stazioni idrovore che corrono lungo tutte le coste del paese, le centinaia di vasche di laminazione, argini e briglie, costituiscono testimonianza della cultura del fare che caratterizza i Consorzi di bonifica ma è però necessario assicurare un maggiore operatività che va costantemente agevolata non ostacolandone l’azione

Risulta quindi di grande rilevanza poter essere affiancati da un parterre così importante qual è quello che costituisce la base associativa della A.I.I. che poi nella rivista“L’Acqua” trova il suo momento di comunicazione/provocazione.

La partnership, di cui siamo onorati, costituisce un momento qualificante per ANBI e per il suo magazine “Ambienti d’acqua” ed insieme costituiscono un campo dove coltivare sfide per il futuro.

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